Rifugiato a casa mia

“Rifugiato a casa mia”

L’associazione Nathan è sensibile al tema migratorio e consapevole quanto esso sia determinante per il futuro delle nostre comunità. Il tema è estremamente complesso e presenta anche molte ambiguità.
Nel panorama delle iniziative che abbiamo visto sperimentare in questo ultimo anno un progetto particolare ci ha colpito ed è: “Rifugiato a casa mia” di Caritas nazionale.

“Rifugiato a casa mia”: Progetto di accoglienza per rifugiati e titolari di protezione internazionale

Protetto. Rifugiato a casa mia è un’iniziativa nazionale finalizzata a creare delle migliori condizioni per l’integrazione dei cittadini stranieri ma mira anche a coinvolgere e sensibilizzare le comunità all’accoglienza del prossimo. Con “Protetto” si vogliono sperimentare nuove forme di accoglienza e di
inclusione di cittadini stranieri all’interno di nuclei familiari e strutture parrocchiali o diocesane ma soprattutto garantire ai beneficiari un continuo supporto e accompagnamento da parte delle famiglie. Rispetto alle consuete modalità di accoglienza questo progetto mira a recuperare il valore della gratuità dell’accoglienza assegnando centralità alla famiglia concepita come luogo fisico e insieme sistema di relazioni in grado di supportare processi di inclusione di soggetti in particolari condizioni di bisogno.

Il progetto nazionale è terminato a giugno 2017, l’intenzione dell’ass. Nathan è quella di presentare una progettualità che ne mantenga lo spirito e ne riproponga le modalità. La novità del progetto sta nell’attivare famiglie sensibili verso un’accoglienza
sostenibile e definita nel tempo. Crediamo che quest’accoglienza possa attivare reti di accoglienza e di welfare sostenibile che possano essere una risorsa importante per tutta la comunità, anche per altre problematiche che richiedono l’accoglienza. La
famiglia è valorizzata in una dimensione che le appartiene profondamente e cioè accogliere lo straniero, secondo dinamiche che le appartengono e che la coinvolgono ogni volta che in essa nasce un figlio. Per questo crediamo che sia necessario raccogliere questa esperienza e sostenerla, essa può essere generativa in modo sorprendente.

Obiettivo

Per i richiedenti protezione e rifugiati: raggiungimento dell’autonomia o semiautonomia attraverso l’accoglienza presso famiglie della comunità cristiana.

Obiettivo

Per le famiglie che accolgono: vivere, attraverso la convivenza con persone provenienti da altri paesi, un’esperienza di solidarietà e di condivisione, che auspichiamo possa essere condivisa con la comunità cristiana di riferimento della famiglia ospitante, comunità che potrebbe supportare, in forme diverse, la famiglia nel percorso di accoglienza